La vera storia dei BMB. (parte seconda)
Nella sede dell’Associazione “La Meridiana” in via Felisio 2 a Rivoli, tra una discussione e l’altra, tra un progetto di grande respiro e un “cazzeggiamento” amichevole, accade spesso che si voglia far festa.
“Cosa ci vuole?” si chiedono divertiti i quattro amici, “basta an pintun, na fruja ed an toc ad tuma” e si può cominciare a cantare il “blues, gli anni sessanta e il rock & roll”. Le cose sane della vita, insomma.
Dal cassetto di Cipo, detto anche “il Maestro”, a questo punto escono come per incanto manoscritti e partiture varie, di cui alcune di “apostolica provenienza”, compresa una serie di testi teatrali, alcune poesie, dei video e molte musiche del tutto inedite.
Tutti lavori, scritti in tempi non sospetti e non espressamente per “i frati”, ma che sono diventati oggi le pietre miliari dell’attivita della confraternita canora, come ad es. “JESUS SUPESTAR” e “SILVIO“.
Questi brani, infatti, fanno parte fin dall’inizio del repertorio musicale del gruppo e sono, da sempre e da tutti, apprezzati per la loro rara bellezza e profondità.
Il gioco è fatto.
Con quello speciale repertorio di canzoni che, guarda caso, si incastra perfettamente in una storia complessa e fantasiosa, i “frati meridiani” riescono a comporre, pezzo per pezzo, le varie sfaccettature e anime di un personaggio reale e convincente.
Il protagonista Silvio (un nome molto in voga al tempo del racconto) incarna con la sua vita un po’ fuori dagli schemi, ma pur sempre figlia di quegli anni, lo spirito libero di ognuno di noi. La storia percorre con scioltezza le varie fasi della giovinezza e si avvicina, canzone dopo canzone, attraverso le esperienze più comuni, ai giorni nostri. Una storia lunga 40 anni.
La fantasia dei quattro “giovanotti” ha fatto davvero il miracolo. The show must go on….
La “Storia di Silvio”, raccontata tra sogno e realtà, ci conduce nella vita di uno scanzonato e ambizioso personaggio, attraverso le sue esperienze di vita, che sono il concentrato di quelle di tantissimi giovani degli anni Sessanta e Settanta.
In questa ironica proiezione dell’alter ego dei musicisti, il personaggio Silvio vive le sue prime avventure con “donne e motori” e attraverso quelle approda ad un matrimonio, una separazione, alla rinnovata libertà dell’età adulta, e conclude con la presenza arcigna del mitico portone della “HOUSE OF THE RISING SUN” ( tradotta in “il Convento del Sole”), cioè il luogo dove finisce per incontrare gli amici di un tempo, che l’hanno preceduto e aspettato, e dove, con qualche rimpianto, ora potrà soltanto più indossare il saio del Frate Meridiano e ripensare al suo passato gaudente.
Insieme al “Maestro Cipo” sostengono la causa di Silvio:
Carlo Beltramino, cantastorie e fine dicitore, che accompagna gli spettatori nella storia, dipanando tra un brano e l’altro un filo conduttore infarcito di notizie storiche poco conosciute e intermezzi semiseri, e supplisce come traduttore simultaneo, per gli ospiti “forestieri del Convento”, ai testi dialettali di alcune canzoni facendo un uso non convenzionale del famoso “Dizionario di CAMILLO BRERO” con particolare riferermento alla “pagina 45, quinto capoverso“.
Carlo Dosio, esperto interprete vocale di ogni tipo di musica, dalla “hardcore” più sfrenata dei giorni nostri alle struggenti melodie degli chansonnier francesi, scrive i testi dei nuovi pezzi del gruppo, proponendo alcuni complessi remake in chiave dialettale, che spaziano da “LES FEUILLES MORTES” di Prevert/Montand alla più aggressiva e rollingstoniana “SATISFACTION”, che scatena sempre tra il pubblico la grande la voglia di divertirsi, e permette di celebrare il sound che il gruppo di più ama.
Mario Menegatti con il suo “Magico Kazoo”, che è ormai parte inscindibile del suo personaggio, offre un tocco scanzonato allo spettacolo con voce e mimica di impostazione cabarettistica. Un vero animale da palcoscenico. Ha contribuito alla realizzazione del canovaccio dello spettacolo con alcuni pezzi musicali di cui è autore dei testi e che ha mutuato direttamente da ricordi di gioventù, storie reali facenti parte della suo vissuto personale.
In particolare questi pezzi sono:”SUFIA“, cioè la soffitta dei mille scalini che sembrano raddoppiare con una ragazza innamorata al fianco, e “LA LAMBRETTA”, che racconta l’incidente (“il volo”) con lo scooter nuovo “di pacca”, appena comprato, in seguito ad una buca imprevista nell’asfalto della strada.
Carlo,Carlo,Cipo e Mario:
Era ormai formato il nucleo storico, lo zoccolo duro del gruppo.