Il vicino di casa che ti denuncia perché hai pronunciato la parola “guerra” riferita a quanto sta accadendo in Ucraina, il viaggiatore accanto a te in metropolitana a Mosca che chiama la polizia mentre stai curiosando con il tuo smartphone su un sito ucraino, l’autocrate che “democraticamente” prende quasi il 90% dei voti alle ultime presidenziali sono parti in commedia della cifra che rappresenta il sostanziale consolidamento della fascistizzazione della società russa. Dopo l’avvio della democratizzazione da parte di Gorbacev, la Russia, con Putin, al potere da più di 20 anni, ritorna allo storico centralismo illiberale, di natura imperialista (Zar), ideologico (Stalin) o autoritario (Putin), non importa la qualifica.
Sui molti detenuti politici non è dato sapere il numero, la vicenda tragica ed emblematica di Aleksej Navalny che ha scosso recentemente l’opinione pubblica, scatenando la dezinformatsiya più greve nei confronti di un uomo che con coraggio e dignità ha affrontato e pagato con la vita la sua opposizione ferma all’autocrate del Cremlino, come la giornalista Anna Politkovskaja, altra martire del regime assassinata dal regime nel 2006.
Di questo hanno parlato, presentati dal presidente de “la Meridiana” Angelo Castagno, in un incontro pubblico tenutosi presso la Sala conferenze di p. San Rocco il 2 maggio scorso, Tatiana Livtinova, coordinatrice per il Piemonte della Comunità dei Russi liberi e Lorenzo Gianotti, già senatore e profondo conoscitore delle dinamiche della società russa.
Il controllo verticale della società da parte dell’esecutivo è capillare: nelle scuole, nell’amministrazione della cosa pubblica, in gran parte dell’economia, nella cultura, nella religione. La matrice culturale è ben espressa dall’ex ufficiale del KGB al potere secondo il quale la Russia è dove c’è un russo, non inteso, quest’ultimo come soggetto di diritti civili e politici da tutelare, bensì destinatario dell’egemonia centralistica del potere.
Ospite della serata Yoosek Lesani, esponente dell’associazione “Iran libero e democratico” amico storico de “La Meridiana” che ha espresso la vicinanza ai cittadini russi che anelano anch’essi alle libertà civili e poltiche e sottolineato la ferale alleanza tra Mosca e Teheran.
Di particolare interesse gli interventi del prof. Gustavo Rinaldi , docente di Economia Aziendale all’Università di Torino, sugli aspetti più propriamente economici della guerra, ripresi da Federico Moine e Angelo Castagno.
Al termine la sig. Livtinova ha chiesto di sottoscrivere on line una petizione per chiedere al Comune di Torino la concessione di un’area per erigere un memoriale a ricordo del sacrificio di Aleksej Navalny.