[vc_row][vc_column][vc_column_text]Ho “conosciuto” virtualmente i fratelli Zargani nel gennaio 2014, leggendo il libro di Aldo “Per violino solo” che diede poi la stura, all’interno dell’Associazione culturale “La Meridiana” che all’epoca presiedevo, ad un percorso virtuoso ed esaltante di ricerca e conoscenza degli anni bui e tragici 1943-45, in particolare della politica di annientamento antiebraico nel nostro paese. Il lavoro dei nostri soci, appassionati alla storia ma non storici professionisti, portò infine il 19 novembre 2015 alla consegna della Medaglia d’Onore di Giusto tra le Nazioni a monsignor Vincenzo Barale, che visse gli ultimi anni della sua vita a Rivoli in via Capra e a don Vittorio Cavasin, salesiano di Mestre. All’epoca Barale era segretario factotum del vescovo di Torino Fossati e Cavasin direttore dell’Istituto salesiano di Cavaglià, riservato a bambini poveri della provincia vercellese. I due religiosi avevano concretamente agito, a rischio della loro stessa vita e salvato la vita a bambini ebrei ricercati dalle belve nazi-fasciste, tra cui Aldo e Roberto Zargani, che lo testimoniarono poi allo Yad Vaschem , l’Ufficio israeliano con sede a Gerusalemme preposto ad istruire i dossier. Mi piace qui ricordare il ruolo dei soci che si impegnarono concretamente: Claudio Minoia, che lanciò l’idea, Mario Jona, che contattò lo Yad Vaschem e Piero Miniggio, che fissò i momenti salienti dell’intera vicenda con le sue belle fotografie.
Indimenticabile e commovente fu la ricerca, tutta nostra, dei parenti dei Giusti, facile di quelli torinesi di Vincenzo Barale, più complicata di quelli di Vittorio Cavasin in Veneto. Corre l’obbligo sottolineare qui l’aiuto fornitoci da due brave giornaliste dall’empatia debordante, Cristiana Sparvoli de “La Tribuna di Treviso” e, soprattutto, di Mitia Chiarin de “La Nuova Venezia”.
La Medaglia d’Onore venne consegnata nella sala consigliare del Comune di Rivoli in via Capra 27 ai parenti dal rappresentante dell’Ambasciata d’Israele a Roma.
Ho conosciuto quindi Aldo Zargani, leggendo i suoi libri e apprezzandone lo stile asciutto, elegante, arguto e dal pensiero libero e personalmente Roberto, pittore raffinato e visionario, conversatore brillante dalla cultura poliedrica, che ci regalò poi il disegno della copertina del nostro saggio “Due Giusti ritrovati – Storia di una ricerca rivolese”.
Ora Aldo non c’è più e Roberto si trova in condizioni di salute assai precarie, amorevolmente accudito dalla moglie Lucilla.
Il film prodotto dall’ANPI di Biella resta un “unicum” impreziosito dalle testimonianze dirette di Aldo e Roberto e siamo orgogliosi di poterlo pubblicare anche sul sito della nostra associazione, affinché il ricordo di quegli anni terribili resti nella memoria dei più giovani, che devono sapere quanto profondo può essere l’abisso in cui l’anima dell’uomo può precipitare e per contro quanto nobile può essere la stessa anima pronta a combattere e a morire per una causa giusta.
Alla ferocia vile e infame dei nazifascisti contrapponiamo il valore del sacrificio dei partigiani, di chi aiutò gli ebrei, come fecero uomini dalla schiena diritta come monsignor Barale e don Cavasin.
Un abbraccio commosso alla famiglia Zargani e un ringraziamento all’ANPI di Biella, in particolare alla sua segretaria Chiara Ognibene.
Carlo Zorzi, “La Meridiana”[/vc_column_text][vc_video link=”https://youtu.be/TtySAFcYirk” title=”Shalom”][/vc_column][/vc_row]