Malgrado i timori della vigilia che la data scelta, giovedì 22 agosto presso la sede “La Meridiana “ di p. San Rocco, Rivoli, non fosse la migliore stante il periodo feriale, la presentazione del libro scritto a quattro mani da Tonino Perna e Pino Ippolito Armino  è stata una successo, di pubblico e di contenuti del dibattito che ne è seguito.

“Il Viaggio in Italia – 70 anni dopo Piovene” è stata un’occasione per capire meglio e discutere lo stato delle cose in questo nostro balzano paese, ripercorrendo il percorso dell’inarrivabile Guido Piovene dei primi anni ’50 dello scorso secolo. Tonino e Pino, osservatori attenti, empatici e curiosi hanno lavorato per 4 anni andando  per l’Italia, partendo, a differenza di Piovene, da sud (Lampedusa, la paradigmatica ) e terminando a nord (Belluno, l’asburgica).

Piovene il loro faro. Lo scrittore veneto dipinge ad esempio Torino come “francese,gesuitica, padana, montanara. E anche, paradossalmente, graziosa, vezzosa leziosa”. Quella era la Torino prima del boom (700 mila abitanti)  e dell’immigrazione di massa, che è ancora cambiata . Oggi, riferiscono i nostri indagatori 1/4  degli attuali residenti (850 mila) nel capoluogo è nato in Puglia, Sicilia, Calabria e Campania. I veneti e i sardi c’erano già prima. Il 15% sono marocchini, rumeni, cinesi. Ci furono anni in cui Torino ebbe 1 milione e 200 mila residenti.

La crisi della Fiat (da 70 mila, gli addetti al settore auto nel torinese sono oggi 12 mila) ha rivoluzionato la città  non solo in negativo, sviluppando pure un terziario avanzato e  una propria identità turistica (3 milioni di presenze lo scorso anno). Il palazzo regionale di Fuskas, che ancor oggi non trova pace, con i suoi 209 metri è il terzo in Italia per altezza, più alto della Mole Antonelliana. La vicenda pluridecennale  poi   della contestatissima TAV sembra assumere ormai i contorni di una guerra dei cent’anni, con picchi anche violenti di contestazione.

Tonino e Pino sono giornalisti e scrittori, Perna è stato pure professore ordinario di economia e sociologia, insieme hanno raccontato e dialogato a tutto campo con un pubblico attento e partecipato. Trasmettono empatia e rispetto per chi hanno di fronte.

Il tema “turismo” a molti pare la panacea che risolverebbe i problemi. Secondo i nostri ospiti è , questo, un abbaglio diffuso. Un dato: il nostro sud, con i suoi mari e le sue coste incantevoli apporta alla voce “turismo” solo un 11% del totale. Chi tiene veramente in piedi il paese oggi sono la piccola e la  media industria, che esporta moltissimo e tiene in attivo la bilancia dei pagamenti. 

Si è parlato del più grande porto movimento container d’Europa, quello di Gioia Tauro e della presenza mafiosa  diffusa nel territorio  con decine di navi contenenti rifiuti tossici altamente nocivi artatamente affondate nei nostri mari. L’inquinamento è un problema epocale che non viene assolutamente affrontato a dovere,  da nord a sud eppure riguarda aspetti ambientali, economici e sociali delicatissimi per l’ambiente in cui viviamo. La necessità di intervenire in opere di risanamento presuppongono risorse importanti  e la discussione ha toccato anche l’obbligo morale  di introdurre nell’ordinamento un sistema fiscale giusto ma severo. 3mila miliardi di debito sono un peso insostenibile per lo stato che continua a spendere e a non incassare.

C’è la parte ricca in Lombardia, Veneto, Emilia Romagna (meno in Piemonte), ricca ma inquieta e forse infelice, con la paura di perdere il proprio status (tra l’altro zone così ricche si contano sulle dita in Europa  (In Germania  e in Francia ); sintomatica e triste  resta la creazione di ronde di quartiere, e questo in un paese che, contravvenendo alla normativa europea, annovera quattro corpi di polizia statale nazionale.

Tonino Perna, riprendendo sempre il suo Piovene, ha evidenziato il ruolo della Chiesa Valdese, piccola realtà di 20 mila fedeli nelle Valli Chisone e Germanasca, che vedono però oltre 500 mila contribuenti italiani versare ad essa l’annuale 8×1000.

Una serata che “La Meridiana” ricorderà.