I ratti italiani ovvero la legge del contrappasso
Timori per le migliaia di pendolari che lavorano in Svizzera, dopo che il referendum di ieri, 9 febbraio 2014, ha fissato quote per l’immigrazione.
Scriveva Pino Corrias su Vanity Fair nell’ottobre 2010 che “il solo lato divertente del razzismo leghista di casa nostra lo puoi apprezzare appena passata la frontiera svizzera, tra Chiasso e Lugano, chiacchierando con i cugini leghisti del Canton Ticino quando ti spiegano che le tribù padane di Como, Varese, Verbania, con annessi Suv neri e partite IVA in bianco, son in realtà spregevoli “ratti italiani“, topi dentro il formaggio della ricca Svizzera. Gente che viene a “rubarci il lavoro”.
Spietata la logica del contrappasso, nella vita come in politica. “Per ogni puro c’è un altro puro che ti epura”, battuta infernale ma veritiera. Ogni nordico, salvo che abiti al Polo Nord, troverà un altro più nordico che lo giudica un terrone.